“Li colpiremo nel punto debole. Scateneremo i demoni della loro vanità. Abbiamo imparato da loro le nostre strategie. La follia è solo un deterrente. Devono pensare che siamo pazzi e imprevedibili. I loro strateghi saranno in scacco come di fronte a un’arma sconosciuta. Noi non siamo un’invenzione dell’Europa. Niente martiri qui”
(ZimmerFrei – SpazioLargo/cinema interno – Drive)
“Spazio Largo”, per semplificare, è una pièce sulla preparazione di un attentato terroristico, sull’istruzione-addestramento-condizionamento del “martire”, sul suo viaggio a destinazione (la “Vergine delle Rocce”). Il racconto è abilmente sviluppato mediando tra un modello narrativo “naturalistico” e scelte drammaturgiche più visionarie (le “voci interiori”, cambi di “sequenza” ecc.) che rendono l’evolversi del plot da un lato “borghesemente” comprensibile ma dall’altro emotivamente spiazzante. La parte sonora, curata da Massimo Carozzi, è strumento prospettico, scenografia, illuminazione. I suoni sintetici, elettronici e i field recondings suono essenziali alla visualizzazione, permettono di collocare i personaggi, farli muovere nel palcoscenico mentale. E nel viaggio da Karthoum a Londra, ci si calerà, mano a mano, nella dimensione percettiva del protagonista. Di notevole espressività sono i dialoghi, di impianto “classico”-iperrealista, con passaggi febbricitanti e squarci di vertigine. Icastici e drammatici i testi, che preferiscono alla virulenza sperimentale una intelligibilità di senso e di percezione. Del tutto superfluo sottolineare i punti di contatto con gli avvenimenti recenti. Vale la pena di evidenziare però come il lavoro di Anna Rispoli e Anna de Manincor non sia “di circostanza” e il suo respiro “storico” vada ben al di là del cronachismo proponendosi come riflessione “drammatica” su condizionamento e violenza.
Dionisio Capuano