Silvia Bianchi – Digimag – febbraio 2006


Ritratto, Densità e Permanenza

Silvia Bianchi: come si colloca Study for a portrait nel vostro percorso artistico e come si andrà ad integrare nel vostro lavoro futuro?
ZimmerFrei: Dopo la serie Panorama, in cui il soggetto era una piazza (di Roma, Bologna, Venezia) filmata in un tempo accelerato, stiamo entrando adesso in un progetto che prende di petto la figura umana: il ritratto. Si svilupperà in un anno in varie tappe: Netmage, Bologna; MAN – Museo Provinciale di Nuoro, Galleria Civica di arte contemporanea di Trento e Galleria Monitor di Roma. Sono ritratti video, perciò lavorano in bilico fra tempo, luce e suono.
A Netmage ogni ritratto è composto da diversi layers video di una stessa inquadratura fissa: la persona resta immobile lungo un tempo che scorre e la sua figura risulta insistentemente se stessa, incidendo fotograficamente più volte lo stesso spazio a diverse densità. Il ritratto desidera sempre la permanenza .

Silvia Bianchi : L’installazione Study for a portrait ha una natura interattiva, sarei interessata a capire meglio il rapporto che l’opera vuole instaurare con i fruitori ed in che modo si integrerà con lo spazio del festival.
ZimmerFrei : Tutte le fasi di lavorazione avvengono durante Netmage: più che interattivo Study for a portrait è un processo di lavoro completamente estroflesso. Daniele Gasparinetti lo chiama set-formance. Lavoreremo direttamente negli spazi del festival, alla presenza di chiunque o in assenza di chiunque. Dovranno interromperci per poter chiudere Palazzo Re Enzo. Il set fotografico , curato dal direttore della fotografia Fabrizio La Palombara , è allestito in un sottotetto del Palazzo e lì vengono ritratti i nostri soggetti: l’attore Vincenzo Bonaffini, l’attrice e musicista Angela Baraldi, l’artista Arto Lindsay. A questi si aggiungeranno spontaneamente alcuni partecipanti al festival e alcuni avventori. Nella sala adiacente al set c’è lo studio di post-produzione , in cui lavorerà anche la montatrice Silvia Oliva. Il risultato del montaggio e della sonorizzazione viene proiettato di giorno in giorno nello stesso luogo del set. L’architettura in cui è inserito il soggetto del ritratto è anche il frame che contiene la proiezione video, come in un gioco di scatole cinesi.

Silvia Bianchi : Vorrei farvi un’ ultima domanda su come l’opera é legata ad il suo sonoro ed a come il suono interagisce con spazio e fruitore.
ZimmerFrei: Massimo Carozzi e il chitarrista Stefano Pilia suoneranno durante le riprese, dalla stessa posizione delle videocamera. Il suono sarà registrato dalla persona ritratta attraverso due microfoni binaurali, che riproducono l’esatta sensazione stereofonica delle nostre orecchie e si indossano come se fossero cuffie auricolari. La registrazione sarà dunque una soggettiva sonora della persona ritratta. Alla seconda ripresa del set il suono registrato verrà diffuso nell’ambiente e i musicisti suoneranno in riferimento a quel nuovo ambiente sonoro. Il procedimento sarà ripetuto ad ogni nuovo ciak.
Il video finale è il risultato della sovrapposizione di layer visivi e sonori che insieme rendono l’interezza del quadro. Ognuno di questi momenti (i ciak, la post-produzione, la proiezione) sarà fruibile dal pubblico, la cui presenza influirà su Study for a portrait per contatto diretto, contrasto, risonanza, ispirazione istantanea.

Silvia Bianchi