Leonarda Manna – Teknemedia – aprile 2007


Zimmerfrei – Site Specific

Lo spettacolo della terra, accompagnato da suoni, effetti digitali, musica, diventa la contemplazione di tutto ciò che passa nel corso di ventiquattr’ore. Tanto basta per la raffigurazione di un paesaggio, in continua trasformazione, che nulla potrà cambiare: né le figure che all’improvviso attraversano l’inquadratura né la manipolazione delle stesse immagini riprese da una telecamera posizionata sulla spiaggia di Berchida, in Sardegna, orientata secondo i punti cardinali, capace di assorbire i cromatismi cangianti del cielo, della sabbia e dell’acqua ruotando semplicemente su se stessa.
Quello realizzato dal gruppo ZimmerFrei (Anna de Manincor, Anna Rispoli, Massimo Carozzi) è molto più di un cortometraggio. E’ un film sperimentale, dal titolo Why We Came, che diventa momento di riflessione sulla vastità dello spazio, sul rapporto definito dagli stessi autori “minerale” con la terra e con ciò che sovrasta l’umano. Presentato nell’ambito della mostra-laboratorio di ZimmerFrei al Museo d’Arte Man di Nuoro, Why We Came (il titolo prende spunto dal brano By This River di Brian Eno) mette in scena cieli in movimento, roccia, sabbia, mare e vento. Elementi che dominano su tutto. Che ristabiliscono una gerarchia di potere su chi tenta di lasciare con ostinazione segni incisivi: un uomo maturo che infilza una pala nella terra; una giovane donna che raccoglie il testimone scavando per ore in un perimetro delimitato di sabbia, fermandosi di tanto in tanto solo per guardarsi attorno; uomini che imbracciano fucili e sparano.
Tutto accade all’interno dell’immagine, ma nulla può stravolgere l’evoluzione naturale. Si comincia a scavare in un piccolo spazio e mentre il tempo scorre inesorabile si avverte la necessità di trovare la giusta dimensione tentando di allargare i propri confini. Il paesaggio si modifica sotto l’occhio vigile dell’obiettivo che rimane immobile anche al passaggio di un cane che abbaia e di un gruppo di bambini che saltellano gioiosi. Tutto scorre, fino a quando si smette di scavare per guardare l’orizzonte: è il momento di tirare le somme.
Una metafora della vita o l’occasione per riflettere sull’interazione tra uomo e ambiente e su ciò che determina comportamenti e reazioni? Un’unica certezza: il dominio della terra. Un potere unico, assoluto. Scalfirlo è difficile, destabilizzarlo è impossibile. Un potere incorruttibile, anche di fronte ai meccanismi tecnologici utilizzati per dare vita e forma all’opera stessa. Il collettivo ZimmerFrei, che artisticamente nasce a Bologna nel 1999, negli ultimi anni ha concentrato il suo impegno per la realizzazione di esperimenti di arte audiovisiva sulla percezione del tempo.
L’oggetto ispiratore non si è esaurito in un unico progetto. La telecamera che gira su se stessa e che si muove con il tempo, l’accelerazione delle immagini, la lettura dello spazio e del tempo, l’utilizzo del piano sequenza sono il filo che lega lavori come Panorama_Roma, Panorama_Bologna e Panorama_Venezia (lettura dello spazio di tre città e delle figure che lo abitano) a espressioni audiovisive come Why We Came.
Nella mostra allestita al Museo d’Arte Man di Nuoro (primo progetto della serie Site Specific con cui il Museo intende diversificare e arricchire le sue proposte), aperta al pubblico fino al 16 aprile con ingresso gratuito dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 20,30, ZimmerFrei presentano anche Shooting Test, una raccolta di appunti per la realizzazione di film e al tempo stesso una riflessione sul linguaggio cinematografico, quattro stampe fotografiche e novanta scatti realizzati durante la ricerca delle location e nel corso delle riprese di Why We Came.

Leonarda Manna