LUMI
video installation

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Per me sono tutti neri,
voglio dire normali.

Filmon Yemane

ON presenta

ZimmerFrei, LUMI
a cura di Martina Angelotti

6-18 ottobre 2020 h 15-19
Alchemilla
Palazzo Vizzani
Via Santo Stefano 43, Bologna

inaugurazione
Martedì 6 ottobre, h 18-21

 

LUMI è il nuovo film di ZimmerFrei, prodotto da ON e realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nell’ambito del progetto Italian Council 2019. Sarà presentato a Bologna in forma di video installazione a cura di Martina Angelotti dal 6 al 18 ottobre 2020 all’interno di Palazzo Vizzani, sede dell’Associazione Alchemilla, nelle stesse sale che sono state scenario delle riprese.

LUMI fonda la sua ricerca artistica su recenti studi sociologici e antropologici, ma è ispirato soprattutto da persone reali incontrate da ZimmerFrei nel corso delle ultime peregrinazioni documentaristiche, che hanno portato alla nascita di un lavoro di fiction, o per meglio dire staged documentary, che registra la perdita di efficacia di una parola: l’“identità” non è più intesa come una definizione univoca, ma piuttosto come un bisogno di riconoscimento, un intreccio di somiglianze e differenze.

Per la prima volta nella sua storia artistica, ZimmerFrei adotta la finzione e ricorre anche ad attori veri e propri per comporre una sequenza di tre capitoli, tre storie affettive apparentemente distinte, ambientate in un unico set: l’interno di un palazzo storico, un tempo residenza del cardinale Lambertini, che poi diventerà Benedetto XIV, il papa del Secolo dei Lumi.

A introdurre il viaggio sono Filmon e Stella, due studenti di origine eritrea che discorrono sul significato di “pensare gli altri” ed “essere visti”, partendo dalla loro esperienza di non usare la vista come senso primario e di relazione, dato che il primo è cieco dall’età di undici anni e la seconda ipovedente. Lo spettatore non può vederli ma solo adottare il loro “punto di vista” per ascoltare con maggiore attenzione la loro conversazione inserita in un ambiente sonoro all’interno dello stesso spazio in cui ha avuto luogo. Attraverso questa immersione, si fa strada un pensiero semplice ma rivoluzionario: il corpo che siamo non può essere circoscritto alla sola egemonia del visuale.

La seconda scena si apre con una visione dall’alto di un ambiente insieme spettrale e fiabesco in cui tre ragazzi, dopo essersi introdotti segretamente nel palazzo da un passaggio nascosto, bisbigliano sdraiati vicini, intrecciando distrattamente le punte dei piedi e delle mani. Mentre Yakub racconta a Bianca e Omar del suo viaggio dall’Africa verso l’Europa, dalle parole dei tre amici emerge il dubbio verso quelle convenzioni che ci separano dagli altri, verso la paura, il sentimento di difesa che ci impedisce di percepire differenze e somiglianze, intrappolandoci in paradigmi mentali inconsapevoli.

Mentre i tre ragazzi si addormentano sul pavimento della stanza, dall’altra parte del muro una donna si risveglia al fianco di un uomo: “Lui” è un maschio italiano bianco, intellettuale progressista, con una fascinazione per la pornografia; “Lei” è una donna italiana nera, militante femminista, anti razzista, anti colonialista. I due interpretano un dialogo scritto dal regista e drammaturgo teatrale Alessandro Berti in cui s’intrecciano i temi della pornografia, della rappresentazione del corpo dell’altro, del colore della pelle e del legame di coppia. Ci troviamo di fronte a una nuova forma di cecità, non più fisica ma altrettanto invalidante, che circoscrive il corpo a un linguaggio razziale, per poi smorzarsi nella tenerezza di due amanti che tornano a “vedersi”, come corpi abitati da altri corpi.

La mostra apre al pubblico martedì 6 ottobre, dalle 18 alle 21. Gli ingressi saranno diluiti in linea con le restrizioni necessarie al contenimento della diffusione del Covid-19.
Date: 6-18 ottobre 2020
Orari: Da lunedì a sabato, dalle ore 15 alle 19
Alchemilla, Palazzo Vizzani, via Santo Stefano 43, Bologna
Ingresso libero

 

LUMI
video installazione di ZimmerFrei
a cura di Martina Angelotti
prodotto da ON

con Bana Abreham, Bianca Chierici, Jerome Dimake, Matteo Sintucci, Rosanna Sparapano, Yakub Abdul Suleman, Filmon Yemane

soggetto Anna de Manincor
sceneggiatura Alessandro Berti e Anna de Manincor
regia Anna de Manincor
fotografia Roberto Beani
montaggio Anna de Manincor
suono Massimo Carozzi
musica Massimo Carozzi
luci Simone Tacconelli

segretaria di edizione Agnese Cornelio
fonico di presa diretta Alessandro Daniele
correzione colore Roberto Beani
preparazione attori Alessandro Berti, Agnese Cornelio
foto di scena Moira Ricci
titoli Simone Ciani
operatore dolly Paolo Poletti
macchinista Matteo Comolli
assistente elettricista Ivan Pjevcevic

produzione esecutiva Serena Gramizzi – Bo Film

realizzato con il sostegno di Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo nell’ambito del progetto Italian Council 2019
in collaborazione con Cinema Galeries, Bruxelles, Museion – Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano

catalogo ZimmerFrei. LUMI, Mousse Publishing, 2020, italiano/inglese
testi di Francesco Remotti, Martina Angelotti, Anna de Manincor, Alessandro Berti
foto Moira Ricci