La valle
documentary

La valle - ZimmerFrei
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Campagna III.
Alternativa nostalgica (e fasulla)

Mettere, ritrovare o plasmare le proprie radici, strappare allo spazio il luogo che sarà vostro, costruire, piantare, appropriarsi, millimetro dopo millimetro, di un casa propria: appartenere al proprio paese, saper di essere delle Cevenne, diventare del Poitou.

Oppure: avere solo i vestiti che si portano addosso, non conservare niente, vivere in albergo e cambiarlo spesso, e cambiare città, e cambiare paese; parlare e leggere indifferentemente quattro o cinque lingue;
non sentirsi a casa propria in nessun luogo, ma bene quasi ovunque.

George Perec, Specie di spazi, 1974

 

La valle. Capitolo I: settembre/ottobre è il primo episodio di un film lungo un anno. Il film coinvolge molte persone che si trovano a vivere nelle reciproche vicinanze, in grandi case semi-vuote o molto affollate, gente di città temporaneamente in campagna. Ma, come dice George Perec, la campagna non esiste. La campagna è un paese straniero.

The valley. Chapter I: September / October is the first episode of a one year long film. The documentary involves people living as neighbours in large semi-empty or very crowded houses, urban people who temporarily pass their time in the countryside. But, as George Perec says, the countryside does not exist. The countryside is a foreign land.

production PerAspera festival
concept ZimmerFrei
direction Anna de Manincor
sound Massimo Carozzi
with Ada, Anna, Armando, Benni, Coline, Didi, Edoardo, Gheda, Giovanni, Jeff, Lorenzo, Lucia, Ludovica, Lupo, Marisa, Martin, Massimo, Mirella, Niccolò, Nico, Nicola, Sebastiano, Valentina
year 2017
duration 28 min

 

 

Storiella

Tra Bologna e Castel San Pietro c’è una strada che dalla via Emilia entra in una valle di prima collina e si perde tra i calanchi. In questa valle ci sono delle vecchie case coloniche, alcune bizzarramente decorate, tutte cadenti e piene di crepe che si allargano e si chiudono ad ogni volgere di stagione. Le case appartenevano allo scenografo dell’un tempo nobile famiglia Malvezzi, la quale aveva in quella valle il proprio terreno di caccia ed ha tuttora una grande villa con teatro e rimessa delle carrozze.

Qualche anno fa un colosso di servizi finanziari tentò di accaparrarsi le case e i campi della valle ed ebbe a definire l’attuale erede e proprietaria di quei terreni – presente nelle ultime inquadrature del film – un Gattopardo spelacchiato. La Signora in questione rispose per le rime, ben contenta di essere considerata un Gattopardo e ben decisa a non vendere né tantomeno ristrutturare i suddetti casolari, poiché ella ogni giorno li vuole vedere com’erano nella stagione in cui si innamorò di quello che divenne il suo compianto marito. Secondo la volontà della Signora le case dovranno dunque invecchiare ed eventualmente crollare con lei o dopo di lei.

Da qualche anno, a dire il vero da ben più di un decennio, La Valle è abitata da strani personaggi – perlopiù fuoriusciti dalla vicina città – alle prese con una strampalata vita da apprendisti della campagna e pendolari della via Emilia.

Il primo (o forse unico) episodio del film La Valle è incentrato sulla casa detta La Ringhiera, in nome della finta ringhiera che decòra la torretta del casale, anch’essa una pura scenografia fatta costruire dal suo primo proprietario.

Alla Ringhiera vive un’improbabile congrega di amici e sodali che si configura come una famiglia temporanea che varia con le stagioni, costituita da un numero variabile di elementi che si manifestano a seconda dell’ora del giorno o della notte, dei momenti e delle occasioni.

La Valle non è segnalata su nessuna mappa, ma se già sapete della sua esistenza e ne conoscete addirittura le coordinate siete inviati a non rivelarle.