Gaspare Caliri – Positions – Sentire/Ascoltare – Maggio 2014

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Ogni traccia di Positions prende il nome da una codifica che ha qualcosa di geografico, qualcosa di temporale, molto di archivistico. Sono nomi documentali, che introducono le fotografie acustiche del vinile di ZimmerFrei.

Positions è un lavoro di selezione, di taglio. Le tredici tracce derivano dall’archivio di registrazioni fatte in Europa e Stati Uniti da Massimo Carozzi dal 2005 a oggi. La scelta non è lontana dalla decisione sul punto di osservazione della macchina da presa. I documentari di ZimmerFrei, del resto, sono più antropologici che sociali. E l’antropologo ha un enorme problema, ossia decidere quando inizia e quando finisce il testo che ha di fronte, il materiale da analizzare.

Ogni field recording è un punto di partenza per narrazioni: sapientemente, ZimmerFrei sottotitolano le tracce con un accenno contestuale, qualche dato qualitativo, descrizioni solo apparentemente distratte che soppesano la precisione del dato quantitativo. Un esempio: nella iniziale N 52° 21’ 38.669” E 4° 52’ 10.313” il sottotitolo recita Hotel de Filosoof, room 218. Something is humming. Viene in mente la Stanza 218 di El Muniria, progetto a cui prese parte anche Carozzi (il lato acustico-musicale di ZimmerFrei), ma anche – ovviamente – il caleidoscopio oscuro legato al numero della stanza.

Di fatto, all’opposto della musica concreta che coglie il pretesto del suono raccolto per fare una grammatica musicale (vedi Variations pour une porte et un soupir di Pierre Henry) o “comporre”, in Positions si chiede un lavoro attivo all’orecchio dell’ascoltatore, che processa e individua nelle tracce un proprio incipit. Parafrasando il “quasi nulla” di Luc Ferrari, qui c’è già quasi tutto, basta volerlo.